La sicurezza prima di tutto

PROGETTO RESPIFIT

La scelta di un APVR, parte da una corretta valutazione dei rischi effettuata dal datore di lavoro e deve consentire, una volta verificata la corretta applicazione di tutte le misure generali di tutela previste dall’art. 15 del D.Lgs. 81/08 (tra cui sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è o lo è meno, riduzione del numero degli esposti/ riorganizzazione delle attività, tecniche di protezione collettiva, ecc..), l’individuazione dell’APVR più idoneo in funzione delle caratteristiche del portatore e del contesto di utilizzo. Perché l’APVR sia idoneo allo scopo, oltre alle caratteristiche di protezione e delle indicazioni in merito al livello di protezione selezionato, bisogna prendere in considerazione fattori quali l’usabilità, il comfort, la leggerezza e l’adattabilità al volto.

Per questo, è necessario eseguire il FIT-Test, come peraltro previsto dalla norma UNI 11719:2018 e s.m.i. richiamata nel DM 2 maggio 2001 (così come novellato dal Decreto Legge 21 ottobre 2021, n. 146 che ha modificato l’articolo 79 del D.Lgs. 81/08 che ha aggiunto al comma 2-bis, dopo le parole: «1° giugno 2001» il periodo «, aggiornato con le edizioni delle norme UNI più recenti») e quindi, attività obbligatoria a carico del datore di lavoro.

Considerato che l’esecuzione del FIT-Test, è certamente una fase di particolare importanza nella corretta applicazione del Programma di Protezione delle vie respiratorie previsto nell’ambito della UNI 11719:2018 che prevede la necessità della prova di adattabilità (Appendice A) al portatore del singolo APVR, è evidente l’importanza del ruolo attribuito al Tecnico Esecutore FIT Test.

Per questo, egli deve essere persona competente sul tema della protezione delle vie respiratorie, deve conoscere le caratteristiche funzionali e prestazionali degli APVR ed aver ricevuto una specifica formazione e un adeguato addestramento all’uso corretto della strumentazione e dell’applicazione delle modalità di effettuazione del FTI-Test secondo la metodica prevista (CNC, CNP, QLFT). Infatti, la selezione e adozione dell’adeguato APVR, in caso di non corretto indossamento, oltre a indurre un falso senso di protezione nel portatore, lo pone a rischio di esposizione agli agenti chimici da cui l’APVR dovrebbe proteggerlo.

Le norme UNI 11719:2018 Guida alla scelta, all’uso e alla manutenzione degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie, in applicazione alla UNI EN 529:2006 e ISO 16975-3 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie - Selezione, uso e manutenzione, Parte 3: Procedure per le prove di tenuta.  classifica e definiscono le modalità mediante le quali sono eseguite le verifiche di FIT-Test mediante metodi quantitativi (CNC—nuclei di condensazione dell’aerosol ambientale e CNP— pressione negativa controllata) e qualitativi (QLFT).

Il progetto RESPI FITbreathing safely, propone un percorso di formazione e accreditamento delle figure professionali che intendono effettuare FIT-Test presso le aziende che lo richiedono, secondo uno schema di informazione/formazione e addestramento in linea con le specifiche necessità tecnico/normative che tale attività richiede, al fine di consentire di acquisire oltre ai principi teorici necessari, le abilità pratiche indispensabili per utilizzare in modo corretto la strumentazione, tenuto conto delle diverse tipologie di APVR cui il FIT-Test è applicabile, così che il Tecnico Esecutore FIT-Test sarà in grado eseguire al meglio questa importante attività.

Inoltre, il percorso di aggiornamento continuo, previsto nell’ambito del sistema di qualificazione, consentirà il mantenimento - nel tempo - delle capacità operative del Tecnico Esecutore FIT-Test.

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